Le sfide

di Giuseppe Nisticò Il

Nonostante i progressi raggiunti nell’ultimo decennio, anche con l’immissione in commercio di numerosi anticorpi monoclonali, rimangono ancora terribili malattie da debellare. Così nel cancro (tumori solidi e ematopoietici) ancora oggi si registra una percentuale di mortalità pari al 37% per le donne e al 46% negli uomini dei soggetti trattati. Nella malattia di Alzheimer in Italia ci sono più di un milione di pazienti con una sopravvivenza media di 4 anni dopo l’insorgenza della patologia. Anche la maggior parte delle malattie orfane sono incurabili in quanto prive di farmaci per il loro trattamento. Trattandosi di malattie rare, infatti, sono per lo più trascurate dalle multinazionali eccetto da quelle industrie, che hanno un profondo senso etico e sociale nella loro politica, pur consapevoli che i pro!tti dopo la commercializzazione sono molto ridotti e addirittura in qualche caso con perdite economiche rilevanti. Un’altra s!da che stiamo drammaticamente vivendo è quella della pandemia da Covid-19. In cui in tutto il mondo c’ è una corsa e una grande competitività per produrre su larga scala non solo vaccini ma anche anticorpi monoclonali contro il coronavirus, non solo vaccini, che rappresenterebbero un trattamento e"cace e sicuro anche in pazienti a#etti da forme gravi di polmoniti. Orbene queste s!de rappresentano l’obiettivo fondamentale del Renato Dulbecco Institute, dal momento che, grazie a Roberto Crea, uno dei pochissimi scienziati al mondo in grado di sintetizzare prodotti biotecnologici a base di anticorpi monoclonali e di pronectine, che rappresentano una forma più e"cace ed avanzata di anticorpi monoclonali, l’Istituto disporrà di questi strumenti innovativi che ci permetteranno molto verosimilmente di vincere la sfida.